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Parità di genere

 

Piano per l’Equilibrio di Genere
L’attuazione di un progetto volto ad assicurare l’equilibrio di genere in ambito lavorativo costituisce un valore fondamentale dell’Unione Europea, al fine di promuovere non solo lo sviluppo economico, ma per contribuire al benessere generale e alla creazione di un’Europa più inclusiva e più equa. Nonostante i numerosi progressi e gli interventi normativi, le disparità di genere persistono in gran parte degli Stati Membri. In particolare l’Italia occupa una posizione arretrata, collocandosi quattordicesima nella scala dei 27 Paesi dell’Unione, come evidenziato dall’Indice sull’equilibrio di genere (Gender Equality Index – GEI) dell’European Institute for Gender Equality (EIGE, eige.europa.eu)

Per consentire l’integrazione di genere, rafforzarne l’equità contrastando le persistenti disuguaglianze tra uomini e donne nelle organizzazioni europee, il nuovo programma Horizon Europe ha introdotto nuove disposizioni. Tra queste è previsto, per tutti gli enti di ricerca e gli istituti di educazione superiore che vogliano accedere ad un finanziamento di ricerca, l’adozione del piano per l'equilibrio di genere (GEP), un programma di azioni redatto secondo quanto indicato nella dichiarazione n. 628 del 30/9/2020 della Direzione Research and Innovation della Commissione Europea.

Il GEP costituisce oggi il principale strumento strategico, operativo ed individualizzato, promosso dalla Commissione Europea, per promuovere il cambiamento istituzionale mediante l’individuazione di strategie di sviluppo delle risorse umane, della governance, dell’allocazione di finanziamenti per la ricerca, della leadership e dei programmi di decision-making e di ricerca. Tale programma consentirà di diffondere la cultura dell’equilibrio di genere, stimolare l’avvio di cambiamenti strutturali nelle organizzazioni per conseguire il superamento dei divari tra uomini e donne sul posto di lavoro. Questo concetto non implica che uomini e donne debbano essere uguali o presenti in ugual numero ma che, a parità di competenze, abbiano pari accesso alle stesse opportunità, pur conservando le loro peculiarità. Un'organizzazione che intenda attivare politiche e azioni di contrasto alle discriminazioni e che miri ad adoperarsi affinché tutti abbiano le stesse possibilità di svolgere un ruolo guida nella società e nei contesti in cui operano, deve necessariamente applicare in modo totale il principio fondante dell’equilibrio di genere. Tale condizione deve concretizzarsi, con particolare efficacia, negli ambiti di ricerca e conoscenza scientifica, in quanto il loro progresso rappresenta la chiave per la crescita e lo sviluppo della società̀ e per il miglioramento delle condizioni in cui l’essere umano elabora, persegue e realizza le proprie aspirazioni.

La corretta rappresentazione della realtà sociale che tenga conto delle differenze nei comportamenti di uomini e donne è il punto di partenza per tutte le politiche, con l’obiettivo di trasformare le strutture e le organizzazioni istituzionali e sociali nella direzione di una maggiore equità di genere. Raggiungere l’equilibrio di genere comporterebbe infatti benefici che non riguardano solamente i diritti umani, ma che si estendono a tutte le dimensioni in cui il concetto di equilibrio si esplica (ad esempio parità di retribuzione, possibilità occupazionale). Perseguirle un’equità di genere potrebbe assicurare una produttività proficua, associata ad un ambiente di lavoro rispettoso delle diversità. Pertanto, sono sempre più consolidate le evidenze relative ai vantaggi derivanti da gruppi di lavoro, soprattutto in ambito di ricerca, eterogenei ed inclusivi, con l’obiettivo di favorire l’innovazione attraverso il confronto di esperienze, approcci e prospettive differenti, premiando la professionalità e le competenze di chi vi opera. L’inclusività e l’equilibrio di genere sono elementi di importanza crescente nella valutazione della credibilità e della reputazione di una organizzazione.

 

Piano per l'uguaglianza di genere - PDF

 

Convenzione Candiolo - PDF 

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Inaugurato nel 1997, l'Istituto di Candiolo si configura quale centro di riferimento internazionale per la cura e la ricerca nell'ambito delle malattie oncologiche.